Per la serie “orgogliosi e fieri” tutta ambientata in casa GS San Pietro, è la volta di conoscere Riccardo Bigarella, un centrocampista del 2002che in prospettiva si potrebbe prendere le sue belle soddisfazioni in prima squadra e che intanto prova a sfondare con il Pallone d’Oro. All’ultima rilevazione infatti erano oltre 10mila i voti giunti alla redazione de “Il Giornale di Vicenza” che portavano il suo nome e l’ultimo mese dell’iniziativa promette scintille. I giochi sono aperti e con ogni probabilità le emozioni non mancheranno. «Tra i parenti c’è mia zia Patrizia che sta facendo diventare matti un po’ tutti – spiega divertito Riccardo – visto che marca da vicino tutti i suoi conoscenti che comprano il giornale per accaparrarsi i punti. Poi alcuni me li portano anche i dirigenti e i miei compagni di classe, senza contare che la società si è organizzata con una raccolta tagliandi al campo sportivo. Visto che la cosa è partita così bene ci terrei ad arrivare tra i primi».
Il Lane e zio Renato
Studente al quarto anno dell’Iss Ceccato con indirizzo informatico («dovrei essere in quinta ma un incidente di percorso mi ha fatto perdere un giro. Quest’anno è andato abbastanza liscio e sono fiducioso per il prossimo. Mi piacerebbe diventare un tecnico informatico di un’azienda»), Riccardo racconta così la sua passione per il pallone: «Ho seguito le orme di mio fratello Marco che fa il mio stesso ruolo. Chi è più bravo tra i due? Direi io – esclama ridendo – a parte gli scherzi mio fratello ha senz’altro più esperienza di me, ma dal punto di vista tecnico siamo buoni entrambi. Poi importante è stato mio zio Renato che mi portava a vedere il Vicenza da piccolo. Avevo 10 anni quando sono andato al Menti la prima volta, mi ricordo di Margiotta e Bjelanovic in campo fino ad arrivare alla squadra che con Marino ha sfiorato la serie A. Anche l’anno scorso andavo in curva con gli amici, il Vicenza come squadra per me viene prima di tutto, anche se in secondo luogo seguo il Milan. Mi piacerebbe che per l’anno prossimo il Lane facesse il salto di qualità, soprattutto là davanti dove ci sono state delle carenze».
Grazie mister
Dal biancorosso si passa al neroverde e alla sua esperienza di campo: «Se devo indicare un allenatore che ha influito maggiormente sulla mia formazione calcistica ho più di un nome – dice il Biga – per esempio Marco Pellizzaro è stato importante perché al secondo anno di Esordienti sono stato chiamato a fare un provino per il Cittadella e lui era il mio mister. Poi dico anche Fausto Facchin e Andrea Zampieri: nell’annata dei Giovanissimi abbiamo finito il campionato secondi ad un punto dal Rivereel e in quel periodo ero anche capitàno, per me è stata un’occasione di crescita ulteriore».
Il derby col S. Vitale
Le partite con i “cugini”, si sa, sono sempre particolari. Ma qual è quella che conta di più per Bigarella? «Il derby comunale più sentito? Direi che è sempre stato quello con il San Vitale per via dei molti ragazzi che conosciamo frequentando le stesse scuole». Negli anni scorsi Riccardo ha fatto pratica da assistente allenatore con i più piccoli (“in società mi hanno chiesto se volevo seguire i bambini del 2007 e ho dato una mano volentieri”) e al San Pietro è ovviamente legatissimo: «Qui c’è molta voglia di fare gruppo, sia a livello di giocatori che di dirigenti, e un forte senso di appartenenza: da noi un giovane può crescere nel modo migliore”. Parola del Biga.