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Andrea Zampieri, difensore del San Pietro dall’89 al 2001 e ora direttore sportivo si è prestato a fare uno zoom sul ruolo del difensore nel gioco del calcio, evidenziando alcuni cambiamenti.

“Dagli anni ’80 e ’90 ad oggi il mondo del calcio è cambiato molto anche in conseguenza delle variazioni, apportate al regolamento ufficiale, finalizzate ad aumentare i gol , lo spettacolo e il tempo di gioco effettivo.
Così anche l’interpretazione dei vari ruoli è cambiata. Una volta ai calciatori era consentito un gioco più “duro”, non esistevano provvedimenti disciplinari per falli da ultimo uomo e i difensori, spesso, ricorrevano a tutti i mezzi a loro disposizione per fermare gli attaccanti. Si giocava “a uomo” ed a volte si ingaggiavano dei veri e propri duelli per tutta la durata della partita. I difensori erano i terzini, destro e sinistro, lo stopper ed il libero. Di rado era chiesto loro di partecipare allo sviluppo del gioco (discorso a parte per qualche giocatore talentuoso che veniva impiegato nel ruolo di libero); avevano un’unica missione: evitare di far segnare l’avversario. Raramente si proiettavano nella metà campo avversaria dove non avevano un ruolo.
Le più recenti modifiche al regolamento invece incentivano l’azione del portiere e dei difensori che sono chiamati a essere, tatticamente, sempre più diligenti, più tecnici, partecipando alla costruzione del gioco e agendo in fase difensiva più coordinati tra loro. Per i falli che interrompono azioni avversarie pericolose vengono sanzionati con cartellini gialli e rossi e quindi, devono essere più “puliti” sull’avversario. Personalmente oggi mi sembra di vedere difensori più attratti dal pallone e meno incisivi sull’avversario e di conseguenza, soprattutto nei calci piazzati contro, si prendono più gol per errori nella marcatura”

Vorrei aggiungere che dietro ogni squadra vincente ci sono sempre grandi difensori.

Vorrei aggiungere che almeno uno dei difensori deve saper leggere tempestivamente da dove può venire la minacciaprima di individuare l’opportunità di attacco, per disporsi in maniera tale da poter rimediare anche alle défaillance dei propri compagni, magari dovute alla bravura dell’avversario. Devono essere sempre in grado di dare la “zampata” decisiva in modo da evitare le palle che attraversano l’area  o essere in posizione di ostacolare l’avversario lasciato libero di colpire di testa  o, ancora, impedire che, con una scivolata, l’attaccante, liberatosi del difensore, con un dribbling stretto, tiri in porta.

Per questo ruolo ci vogliono delle capacità diverse da quelle necessarie per contrastare in prima battuta l’uomo, soprattutto in situazioni in cui la difesa non è stata opportunamente protetta dal centrocampo e ci vuole una particolare mentalità difensiva, direi da ultimo baluardo. Ci vuole qualcuno che sia in grado di vedere lontano e di prendersi le responsabilità dell’ultima istanza.

Tommaso Ferron