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Pierangelo Carretta, ex portiere e ora allenatore esordienti 2009 del GS San Pietro, ci parla del ruolo del portiere negli anni 90 e di come è cambiato.

“Un tempo, quello che imparavi per fare il portiere, lo imparavi in strada o era un tuo innato talento, in quanto, almeno fino agli allievi non avevi quasi mai nessun preparatore. Poi negli allievi io ho avuto la fortuna di avere Marcello Trevisan detto “Pape” che mi ha fatto un corso accelerato fatto di tanta fatica e tecnica.
Poi i campi : d’inverno ghiacciati all’inverosimile e con la bella stagione, pieni di polvere. Al patronato San Antonio poi, era famosissima la parte del campo a ridosso del teatro sempre ghiacciata d’inverno e impraticabile con qualsiasi tipo di tacchetti alle scarpe. Questo era il meno peggio perchè tuffarsi sul terreno ghiacciato, era la vera sfida.
A quei tempi inoltre, esisteva ancora la regola che il portiere poteva raccogliere il pallone con le mani su un retropassaggio, insomma era un altro mondo rispetto a oggi. Oggi come allora direi che è un ruolo che ti fa percepire un piccolo vuoto attorno a te, un senso di solitudine e, pur amando tanto questo ruolo, a volte ti senti marginale rispetto al resto della squadra. Credo che, ancora oggi, la figura del portiere, nonostante abbia raggiunto maggiore popolarità grazie alla personalità e alla simpatia di alcuni “numero uno” famosi in tutto il mondo, resta comunque un ruolo difficile e avaro di soddisfazioni soprattutto quando a praticarlo sono ragazzi ancora privi della dovuta personalità e carenti di quella tecnica di base che nel portiere è molto vasta, così come ampia è la scelta di abilità motorie e coordinative da abbinare al gesto tecnico per la riuscita della “parata”. Capirete, pertanto, quanto è difficile realizzarsi come portiere e quanto impegnativo e pieno di responsabilità è anche il ruolo dell’allenatore dei portieri. La comunicazione tra l’allenatore e il “portiere” si deve basare su un dialogo continuo e propositivo, tracciato tra le pieghe di esercizi e spiegazioni tecniche, consigli e anche elogi a sostegno del sacrificio e dell’allenamento specifico.”