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La pausa pasquale concede qualche momento di meritato riposo ai ragazzi di Mister Monfardini che sono già pressoché certi di affrontare i playout per rimanere in Prima Categoria. Una sfida delicata per i neroverdi che oltre al talento dovranno fare affidamento anche sull’esperienza che certi elementi possono offrire. E’ il caso di Massimo Lechthaler che, arrivato in pieno girone di ritorno, si subito messo a disposizione della squadra. Un passato illustre per Massimo, avendo giocato per la Virtus Verona in serie C2 e D può dare una grossa mano alla causa neroverde.

Un onore averti con noi Massimo, un giocatore del tuo livello è di certo un lusso per Mister Monfardini, cosa ti ha spinto ad accettare questa nuova sfida?
Sicuramente l’astinenza a questo sport a cui proprio non riesco a rinunciare, ma anche il “pressing” a tutto campo del DS Andrea Zampieri, da buon difensore quale era *ride*.

Come hai vissuto il tuo arrivo nella squadra e come ti sei integrato con i tuoi nuovi compagni?
Benissimo, sono proprio un gruppo affiatato, di bravi ragazzi, è un piacere allenarsi con loro.

Quali sono i tuoi ricordi più belli legati alla tua carriera di calciatore?
Sicuramente la vittoria del campionato di eccellenza e quella dei playoff per accedere alla serie C, ma anche la vittoria dei playout per rimanere in serie D, speriamo che quest’ultima sia di buon auspicio per noi ora!

Andiamo quindi dritti alla questione spinosa: Qual è la tua opinione sulla situazione attuale della squadra e sulla possibilità di salvare la stagione ai playout?
Se la squadra giocherà come ha dimostrato di saper fare, con la mente libera, senza fare calcoli, mettendo l’anima su ogni palla ci sono buone possibilità di salvare la stagione. Se lo meritano tutti, società in primis.

Come stai contribuendo con la tua esperienza alla squadra in questo momento cruciale della stagione?
Beh, sinceramente speravo di poter contribuire maggiormente sul campo, ma qualche acciacco fisico e di salute non me lo ha consentito. Quello che ho cercato di trasmettere è la tranquillità, un fattore che permette di trovare la giocata migliore in ogni momento e di essere sempre presenti con la testa, in ogni momento, e in ogni posizione del campo.

Prima hai parlato della tua vittoria ai playout della serie D. Cosa hai imparato da quella esperienza?
Ho imparato che le partite sono lunghe, possono cambiare in ogni momento. Il fattore decisivo è rimanere sempre lucidi: ci saranno dei momenti di sofferenza, ma bisogna essere in grado di comprenderli e capovolgerli.

Cosa pensi sia il fattore più importante per una squadra che vuole evitare la retrocessione?
Preparare tutto in ogni minimo particolare, facendo piccoli sacrifici già durante la settimana, su cosa si mangia, sull’evitare nel possibile fatiche inutili, riposare bene, mentre sul campo fare cose che stimolino la rapidità, la velocità di pensiero, la brillantezza, giocando molto con la palla.

Quali consigli daresti ai tuoi compagni di squadra per affrontare al meglio questa fase difficile e raggiungere l’obiettivo della salvezza?
Non fare troppi calcoli, liberare la mente dai troppi pensieri, fare giocate semplici e correre, correre e ancora correre.