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Matteo, partiamo dall’inizio. Quali sono i tuoi primi ricordi legati al calcio?
Mi ricordo che quando giocavo con i miei amici correvo sempre, non mi stancavo mai di giocare, passavo intere giornate a giocare.

Ti è sempre piaciuto il calcio?
Si certo, passavo interi pomeriggi a giocare nel campetto fuori casa mia.

 Ci sono stati momenti in cui hai pensato di mollare di giocare a calcio?
Si certo moltissime volte, non è sempre facile rinunciare a qualcosa per il calcio. Poi ci sono sempre momenti negativi, ma quando ti trovi in una squadra ti supporti sempre e trovi anche negli altri la voglia di continuare a lottare insieme. Dopo il terzo grave infortunio volevo assolutamente smettere, ma subito dopo la voglia di giocare ha prevalso.

Perché hai scelto di fare l’attaccante?
In realtà ho cambiato diversi ruoli. Sono partito addirittura da portiere, ma poi con il tempo ho iniziato a giocare più avanti forse per la velocità o perché qualche volta centro la porta.

Perché il GS S.Pietro?
Perché mio papà aveva giocato al San Pietro, e ha voluto portarmi in questo splendido contesto.

Quali sono i momenti migliori della tua esperienza al GS S.Pietro?
Sicuramente al secondo anno dì giovanissimi siamo arrivati primi in campionato e siamo arrivati alla finale della città di Vicenza e solo aver potuto giocare la finale al Menti è stato un sogno.

Hai due aggettivi per descrivere la tua personalità?
Estroverso e solare.

Un moto personale che ti accompagna in campo e fuori?
Il mio motto è divertirsi sempre.

A quale giocatore famoso ti ispiri?
In realtà non mi ispiro a nessun giocatore famoso, ma sto cercando di capire negli allenamenti i movimenti dei giocatori più esperti di me per poi riuscire a muovermi meglio in campo.