Era il 1972 quando sono arrivato al San Pietro. Non saprei dire con certezza cosa mi ha portato in questa squadra. Forse gli amici o forse il fascino di tornare al Patronato dove avevo trascorso la mia infanzia. Di certo è stata la scelta migliore che potessi fare, perché al G.S San Pietro ho trovato una seconda famiglia. Poi, nel 1974, avevo soli 14 anni, è mancato mio papà e ho trovato nel mio allenatore Sandro Savegnago e in tutte le persone che a quel tempo facevano parte della Società, un grande affetto. Tutti mi sono stati molto vicino. Il gruppo del San Pietro mi ha aiutato a diventare grande e se adesso sono diventato un uomo, con pregi e difetti, una parte di merito lo devo anche a quelle persone. Dopo aver fatto il giocatore, l’allenatore, il presidente, in questo momento storico mi trovo con grande onore a essere ancora parte della dirigenza del San
Pietro. Il G.S San Pietro è diventata un’associazione sportiva che ricopre una grande importanza
nella nostra Città per la filosofia che ci ha sempre contraddistinto: accettare tutti, senza fare alcun tipo di selezione nei piccoli che approcciano il gioco del calcio spinti da una passione innata. Loro hanno trovato e troveranno sempre passione, affetto e competenza.
Dal punto di vista sportivo abbiamo avuto momenti brutti, ma anche altri molto esaltanti:
la promozione in Prima Categoria, le vittorie dei campionati nel settore giovanile con Giovanissimi, Allievi e Juniores. I giovani sono sempre stati importanti ma ora in special modo, in quanto li stiamo coinvolgendo sempre di più, sia in campo agonistico sia in quello dirigenziale.
È un progetto importante che sia io che gli attuali dirigenti vogliamo attuare nel migliore dei modi. Sono sicuro che anche dopo di me il San Pietro sarà sempre una Società fatta di persone e non di numeri.
Voglio concludere con le parole di una canzone di Renato Zero, mio cantante preferito: “questi sono e resteranno per sempre i migliori anni della nostra vita”.
Orgoglioso e fiero di aver giocato al S.Pietro.
Carlo Boschetti.