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Sovizzese di nascita, neroverde di adozione, l’attaccante Edoardo Peruffo è approdato al San Pietro nel 2014 proprio dal Sovizzo e da allora si è legato fortemente alla maglia del Giesse. Un infortunio al ginocchio lo ha tenuto fermo qualche tempo, ma quando va in campo ci mette l’anima.

 

Ecco l’intervista al volo fatta per conoscerlo meglio:

 

Edo, partiamo dall’inizio. Quali sono i tuoi primi ricordi legati al calcio?
I primi ricordi legati al calcio sono le partite di mio fratello, andavo a vederlo con mio papà ogni domenica. E le partite di Ronaldo all’Inter. Per non parlare poi di Adriano o Ibrahimovic.

Ti è sempre piaciuto il calcio?
No, non mi è piaciuto subito. Sono stati i miei compagni di classe delle elementari a convincermi ad unirmi a loro a giocare. Da lì non ho più smesso.

Ci sono stati momenti in cui hai pensato di mollare di giocare a calcio?
No, non l’ho mai pensato! Credo che finché non mi diranno che non posso più giocare, magari per ragioni di salute o perché faccio più danni che altro, non smetterò, Ahahaa!!!

Perché attaccante?
Attaccante perché (almeno da piccolo quando ne facevo tanti😂) per me la gioia che mi porta segnare un gol è impareggiabile.

E il GS S.Pietro? Quando è entrato nella tua vita?
Ho giocato sempre a Sovizzo e il San Pietro è sempre stata la squadra da battere. Mai, allora, avrei pensato che avrei giocato proprio con i rivali di sempre. Ora, invece, penso: “Perché non ho fatto questa scelta prima?!”

Quale è il momento migliore vissuto con il GS S.Pietro?
Difficile, sinceramente, trovare “un momento migliore”. In questa “grande famiglia” anche un semplice allenamento diventa un momento speciale.

Hai due aggettivi per descrivere la tua personalità?
Ne ho quattro, va bene lo stesso? Disponibile, volenteroso,  solare e scherzoso!!

Hai un moto personale che ti accompagna in campo e fuori? Qual è
Nessun moto per ora ma tanta voglia di giocare a calcio.

 

#iomiallenodacasa #orgogliosiefieri

 

 

A cura di:
Franca Barban
Marketing Manager
Fivesix studio

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